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Essere e Permanere

Ritratto di Rosa Buonanno
Inviato da Rosa Buonanno il Ven, 10/10/2014 - 16:13
Essere e Permanere

Nel corso dei miei studi mi sono spesso imbattuta in personaggi storici di potere come imperatori, dittatori o primi ministri che restii ad abbandonare la posizione di prestigio raggiunta, le tentavano tutte pur di non lasciare questa tormentata vita terrena… che per loro tanto tormentata non doveva essere visto che non ne volevano proprio sapere di passare a miglior vita. Per ottenere l’immortalità “bevevano” tutte le dritte che prodighi e melliflui maghi, dottori e luminari somministravano loro sotto forma di pozioni e intrugli che, a ben vedere, rispondevano perfettamente allo scopo di dare l’immortalità, trascendentale beninteso, anticipando la dipartita dello sfortunato credulone di turno. Quello di vivere in eterno comunque, credo sia desiderio condiviso dall’umanità intera anche se, non tutti ricorrono a pozioni magiche e a medicamenti miracolosi. Dio, i figli, l’arte sono tutti mezzi attraverso i quali noi comuni mortali cerchiamo di rimanere attaccati al canotto della vita e della materia, per non annegare in uno spazio ignoto fatto di un infinito nulla e di inesorabile inutilità della vita umana. In campo letterario per esempio, chi glielo avrebbe fatto fare a tutti quelli che hanno dedicato la vita come Dante, Leopardi, Pirandello, solo per citare qualcuno su cui mi sono sbattuta nei migliori anni della mia adolescenza per avere un buon voto in letteratura, chi glielo ha fatto fare dicevo, di mettere per iscritto i viaggi fatti nei gironi della mente, abitati da un folla disperata di sentimenti, sensazioni, pensieri e fantasie, sparsi qua e là alla rinfusa, se non il miraggio di continuare a vivere attraverso il ricordo dei posteri? Chi glielo avrebbe fatto fare a coloro che hanno dedicato la loro vita alla realizzazione “dell’opera d’arte” di esporre al giudizio dei posteri e dei coevi, la propria intimità mentale se non la volontà di imprimere la propria orma in maniera quanto più possibile profonda sulla strada delle stelle? E chi glielo avrebbe fatto fare a mia madre e alle madri di tutti gli esseri viventi, di fare figli se non produrre piccoli semi di immortalità da quali, si spera, almeno il doppio se ne generano e da questi altri ed altri ancora, tutti contenitori di una piccola porzione genetica, una porzione d’immortalità, progressivamente sempre più piccola ma comunque presente? Un pezzetto fatto di materia e non spirito perché l’elica genetica ha un peso, una misura, una forma, appunto. Nello specifico, nella razza umana, chi non ha tra i suoi geni quello predisposto alla creazione artistica, ha ben poco da sperare circa la sua immortalità e deve contare sul ricordo dei suoi discendenti per rimanere in vita. La sua immortalità però, avrà una durata precisa che arriverà al massimo ai suoi pronipoti. Non è il ricordo dei figli, dei nipoti, dei pronipoti quindi, che rende immortali. Ciò che renderà mia madre immortale ad esempio, sarà la sua ipertensione, le sue caviglie gonfie, il suo sedere grosso e basso, la sua miopia, la sua discopatia e tutti quei disturbi e malattie che devo ricordare quando vado dal dottore e questi mi chiede il “curriculum” medico di tutti i rami del mio albero genealogico. Le malattie hanno vita più lunga del ricordo dei discendenti, possono durare anni, decenni e in caso di malattie resistenti, anche secoli. Ma – fortunatamente - anche le malattie ci stanno tradendo: scienza e tecnologia “complottano” – e meno male che lo fanno - per togliere a noi, comuni esseri comuni, l’unico strumento per garantirci l’immortalità relativa. Con la manipolazione genetica, i vaccini, la diagnosi precoce e l’efficacia farmacologica, abbiamo poche speranze che la nostra cellulite, il colesterolo, il sedere grosso e le gambe storte, siano testimonianza del nostro passaggio sulla terra. Cari genitori, maturi o giovani che siate, se avete riposto fiducia sul ricordo della discendenza per prolungare la vostra permanenza sulla terra, credo che dovrete accontentarvi delle benevoli imprecazioni che questa vi rivolgerà quando scoprirà di soffrire di quello stesso disturbo di cui voi vi siete lamentati per una vita e sarà quell’imprecazione che vi garantirà un posto sul canotto di cui sopra e allungherà la vostra immortalità… almeno fino a quando sul canotto non sale colui che si è assicurato la sua fetta d’eternità scoprendo il rimedio medico al vostro tenace e imperituro disturbo. Ritorniamo un attimo al problema iniziale. Anch’io, come tutto il genere umano, o comunque una buona parte di esso, vorrei prolungare la mia permanenza su questi lidi terreni, ma, visto che non ho prole, a chi o a cosa potrei affidarmi per un po’ di immortalità?... Accetto suggerimenti, siano essi religiosi, filosofici, artistici, scientifici o farmacologici. Per questi ultimi però, sarò molto cauta e non assumerò niente senza indicazioni degli effetti collaterali… Non sia mai che raggiunga la vita eterna troppo presto!

Commenti

Carissima Rosa, hai toccato un tema che scava profondamente in ognuno di noi. Per quanto mi riguarda un pezzetto della tua imperituria memoria sarà sempre nel mio cuore e nei ricordi della mia giovinezza che passerò ai miei figli
......non basta ma comunque un buon inizio
Con immenso affetto

" di solito gli esseri umani non riescono a creare opere destinate a durare nel tempo. Vendono anelli per le tende della doccia, come............ Quindi non è importante che cosa facciamo. Non può essere, ti pare ? " Tutta un'altra musica - Nick Hornby