I paesaggi marini …Che romantici i paesaggi marini…
Il mare d’inverno poi… Con le onde violente che si infrangono sulla riva…
Il grigio del cielo, presagio di incazzature climatiche, che rende tutto così selvaggio, emotivamente tempestoso… metafora di amori passionali, istintuali, sofferti e perciò vissuti con un’intensità corporea e mentale violenta come il mare in tempesta…
… Che romantici i paesaggi marini invernali…
… Il villaggio Coppola…
… L’avete mai visto voi d’inverno il paesaggio marino del villaggio Coppola?
…Come descriverlo?…
… Come potremmo rendere accessibile alla mente umana un tale spettacolo? Da dove cominciare?
… Potremmo cominciare dalla pineta, via d’accesso al glorioso villaggio.
…Un cesso, appunto. Discarica abilitata all’accoglienza dei prodotti dei romantici, tormentati visitatori di questo angolo dall’atmosfera Sturm und Drunghiana e a cui i nostri si adeguano, comportandosi da selvaggi consumatori di gastronomie mordi-fuggi-scarica di tipo commestibile, fumabile e iniettabile.
E le zoccole?! Dove le mettiamo le zoccole…
No, non parlo delle benefattrici delle umanità maschile, sia che si tratti di utenti paganti che di solerti “datori di lavoro” che campano grazie alla dedizione coatta delle loro lavoranti.
Si tratta di zoccole vere, i toponi che villeggiano al villaggio Coppola….
Si sono così ben integrate che la loro passerella sui magnifici faraglioni di cemento incastonati nel paesaggio, non è più oggetto di meraviglia per i passanti e men che meno oggetto di discussioni ecologiche e movimenti di stomaco…
Sono zoccole con permesso di soggiorno e attrattiva per bagnanti annoiati…
Ma quante altre attrattive offre il villaggio Coppola? Edifici, grattacieli, villette, parchi, servizi, sia quelli essenziali di supporto alla comunità (scuole, presidi medici, stazione dei carabinieri) sia quelli di svago, non proprio essenziali ma ugualmente di supporto, come bar, pizzerie, gelaterie sale giochi e quant’altro servisse a sollazzare visitatori e residenti del villaggio felice. Tutto edificato per effetto di uno slancio creativo, che non poteva essere represso per la mancanza di una conformista concessione edilizia; non poteva essere limitato negli spazi angusti definiti da un miope piano regolatore; non poteva sottrarsi alla modernità per salvaguardare inutili e decadenti resti di strade, acquedotti e ponti vecchissimi, addirittura di epoca romana.
…Si percepisce l’amara ironia?
Il progetto del villaggio Coppola ha seguito i dettami di un disegno creativo, basato sull’inventiva edilizia di pochi, coraggiosi pionieri che, alla stregua di Robinson Crusoe, hanno modellato il paesaggio ostile, per conformarlo ai desideri dei tanti indigeni Venerdì medio borghesi, che volevano vivere da nababbi in un posto incantato.
…Si percepisce l’amara ironia?
Poi però, l’incantesimo si è trasformato in maledizione e tutti se la sono data a gambe, lasciando soli i poveri (?) Robinson Crusoe a combattere contro gli spaventosi Eco Mostri (nome e cognome), da loro stessi creati come totem di titanica grandezza, ma che gli si erano rivoltati contro impadronendosi della bellezza del villaggio.
… Si percepisce l’amara ironia?
I Coppola- Robinson Crusoe, con le poche (ma chi ci crede?) risorse concesse loro per l’abbattimento e con le tante lacrime di coccodrillo in dotazione personale, hanno proceduto all’esecuzione e degli Eco Mostri, al villaggio Coppola, è rimasta solo polvere (tanta).
… Si percepisce l’amaro paradosso?
Ed ecco che della terra dei cuori è rimasta solo polvere (radioattiva) e puzza… Eppure c’è stato un tempo, nella sua meteorica storia, in cui il Villaggio Coppola era considerato un luogo must per coppiette di giovani, che trovavano rifugio e intimità tra le dune di cemento e i detriti. Praticamente tutti quelli che hanno vissuto la loro giovinezza nell’ultimo ventennio del secolo scorso, in questi luoghi dell’ex Campania Felix, hanno ricevuto la loro iniziazione amoroso-sentimentale sui lidi deserti del villaggio. I ragazzi non ancora patentati o non automuniti, per non perdere l’opportunità di “immergersi” nella profondità del cielo buio e nero che occultava, opportunamente, i palazzoni imponenti e tetri, i minacciosi parcheggiatori e gli evoluti animali non ancora menzionati nei libri di scienze, si immolavano, intrattenendo sul sedile posteriore della macchina, l’amica bruttina che la ragazza del conducente dell’auto si ostinava a portare con sé come sentinella e censore sessuale. Da questa iniziazione, i ragazzi e le ragazze ricevevano quell’imprinting alla base delle loro future scelte di vita. I ragazzi avrebbero appreso quanto può essere veloce il ciclo vitale della bellezza strombazzata e quanto possano essere scomodi e senza garanzia di successo, gli approcci fisico-sentimentali prodotti in luoghi così poco ameni come quello oggetto della nostra conversazione. Le ragazze invece, protagoniste sul sedile passeggero e/o comprimarie su quello posteriore, potevano tracciare il profilo psicologico dei loro accompagnatori nel momento in cui partiva la proposta di un giro al villaggio Coppola: soggetto dalle aspettative elevate (sicuro dell’epilogo sessuale della serata); stratega fantozziano (nell’escogitare piani per procurarsi un corpo a corpo tumultuoso), che sovrastima le proprie capacità (di portare a termine con successo l’impresa intrapresa); incapace a sopportare un rifiuto (non ci può essere un “no” in un luogo così romantico come la Terra dei Cuori), che imputa i propri insuccessi alla astrusità degli altri (certo ste’ donne sono proprio strane!). …Si percepisce l’amara nostalgia?
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