Eh… Esagerato…
No… Non è un’esagerazione… lo dice anche il dizionario: “persona dotata di talento ed ingegno eccezionali”.
E’ così che ho sempre considerato Prince e non solo per la sua produzione musicale, ma anche per come ha vissuto, per come si è mosso nel modo artistico, per le strade che ha scelto di percorrere.
Uno dei musicisti e performers più talentuosi e rivoluzionari della sua generazione, Prince Rogers Nelson, conosciuto semplicemente come Prince, nasce a Minneapolis nel 1958 da una famiglia dalla forte propensione musicale. La sua carriera discografica inizia nel 1978 quando firma il suo primo contratto con la Warner Bros e pubblica, l'anno successivo, il suo primo album For You.
Con questi sintetici cenni biografici comincio il mio viaggio nella genialità di Prince.
Prince inizia a suonare la chitarra e a comporre canzoni già all'età di 7 anni… per intenderci, Mozart cominciò a comporre a 5. C’è un altro elemento che accomuna Prince e Mozart e cioè che entrambi hanno influenzato profondamente i principali generi musicali della loro epoca e se Mozart si è mosso con disinvoltura tra musica sinfonica, sacra, da camera e operistica, Prince, con album come 1999, Purple Rain e Sign 'O' The Times, ha stabilito un sound unico, fondendo elementi di funk, rock, soul, R&B e pop in un mix mai sentito prima.
E vogliamo parlare di Prince cantante? La sua voce sensuale e potente, capace di spaziare su più registri ci ha regalato delle emozioni che difficilmente abbiamo avuto ascoltando altri interpreti. Queste sue capacità canore, unite alla sua abilità di polistrumentista hanno contribuito a fare di Prince un artista completo e praticamente perfetto. E’ stato in grado di comporre, scrivere testi, produrre, eseguire e arrangiare musica a un livello che raramente si era visto prima. Non a caso nel 2004 è stato inserito Rock and Roll Hall of Fame.
Il viaggio nella genialità di Prince mi porta ora a parlare delle sue doti da strumentista e più specificamente della sua abilità come chitarrista. Prince viene universalmente riconosciuto come uno dei più grandi chitarristi della sua generazione.
Il suo stile unico e le sue impressionanti capacità tecniche, uniti al suo groove funky, lo hanno reso uno dei chitarristi pop più iconici di sempre. Memorabile il suo assolo (Qui) nel 2004 durante While My Guitar Gently Weeps, per il tributo a George Harrison con una super band: Tom Petty, Jeff Lynne, Steve Winwood e Dhani Harrison (il figlio di George).
Emergendo dall'immenso corpus discografico lasciato in eredità da Prince, non posso non citare "Crystal Ball", brano poco conosciuto dai più, che dà il nome all'intero cofanetto.
Pubblicata solo nel 1998 ma di fatto registrata ben dodici anni prima, nel 1986, questa traccia a mio avviso è quella che rappresenta in pieno il genio creativo del musicista. Avvolta in un'aura di oscurità ammaliante, la sua progressione musicale abbraccia con disinvoltura una vasta gamma di stili, tempi e strutture ritmiche differenti, al punto che se resa disponibile all'epoca della lavorazione avrebbe sicuramente sconvolto il panorama artistico, confermando ancora una volta la capacità unica di Prince di anticipare le tendenze musicali dei decenni successivi.
Sin dalle prime note del fiacco basso introduttivo, la title track intriga. L'arrangiamento eclettico, le linee sinuose dei sintetizzatori, rende epici già i primi novanta secondi. E quando la voce vellutata di Prince fa finalmente il suo ingresso, questa alchimia sonora trovava il suo naturale compimento. Per oltre dieci minuti la canzone evolve costantemente, spaziando con disinvoltura tra molteplici atmosfere musicali; materiale sonoro che altri artisti ci avrebbero tirato su un intero album, a dimostrazione del genio creativo senza freni e generoso di Prince.
La genialità di Prince si è espressa anche nell’innovare quel sistema che rendeva gli artisti “proprietà” delle major discografiche. Si è sempre esposto per proteggere la sua musica e la sua immagine. Ha lottato per tutta la sua vita per ottenere il pieno controllo creativo contro le logiche delle case discografiche.
Queste tensioni, nel 1993, hanno portato Prince a cambiare il nome sostituendolo con un simbolo incomprensibile, nel tentativo di sciogliersi dal suo contratto con la Warner Bros.
Questo sforzo contro le major ha portato Prince ad essere uno dei primi artisti di successo a vendere direttamente dal suo sito web la propria musica, bypassando i canali tradizionali delle case discografiche. Questo dimostra che è possibile, per un artista di alto profilo, guadagnare autonomamente dalle proprie registrazioni e ha aperto la strada ad altri che hanno adottato lo stesso modello di socializzazione e vendita delle proprie produzioni musicali.
Tanto è anticonformista e provocatorio come artista, tanto è riservato e geloso della sua privacy come uomo ma, d’altra parte, la curiosità dei fan è largamente compensata dalla ricca e innovativa produzione musicale del nostro genio.
Quello che della sua vita privata conosciamo sono le numerose relazioni amorose con celebrità e star del mondo dello spettacolo. Una delle più durature è stata quella con l'attrice Kim Basinger che, però, non porta al matrimonio.
Si sposa invece, nel 1996, con Mayte Garcia, dalla quale ha un figlio scomparso pochi giorni dopo la nascita a causa di una grave malattia congenita. La perdita del piccolo lo colpisce profondamente e gli ispira la toccante canzone Sex in the Summer nella quale è incluso la registrazione del battito cardiaco del figlio non ancora nato.
Ma, a parte nella lampada, dove può vivere un genio? Quale luogo può ospitare e ispirare una mente eccezionalmente creativa e talentuosa? Prince se ne è fatta costruire una a misura del suo genio, come rifugio creativo: la residenza di Paisley Park. Lussuosa e spettacolare dimora, colorata completamente di viola, è situata alle porte di Minneapolis. Comprende 6 suite, studio di registrazione, sala prove, galleria d'arte, sala cinema e una sala da ballo che può ospitare più di 1.000 persone come i suoi leggendari after show party dimostrano.
Paisley Park è molto più di una semplice abitazione: è il quartier generale creativo di Prince, la base delle sue operazioni musicali e il luogo dove scrive, compone e registra la maggior parte della sua musica.
L'enorme complesso ospitava anche un intero team di sartoria, truccatori, parrucchieri e creativi, pronti ad accontentare le sue bizzarre esigenze, i suoi stravaganti capricci e le sue eccentricità. È questo team che cura i costumi, gli abiti, gli outfit delle sue performance leggendarie, che hanno contribuito a rendere Prince iconico e unico.
E’ proprio a Paisley Park che, nel 2016, all'età di 57 anni Prince muore, presumibilmente per overdose accidentale.
Il rifugio creativo di Prince è oggi è aperto al pubblico come museo e fondazione ed è un luogo di pellegrinaggio per i fan.
Come per molte figure significative della storia artistica e culturale del mondo, la morte improvvisa e prematura di Prince ha contribuito a rendere la sua vita e la sua arte ancora più mitica.
La sua eredità rimane immensa e il suo contributo allo sviluppo della musica è inestimabile.
Considerato il numero delle sue canzoni rimaste inedite (si parla di centinaia di pezzi), c’è da pensare che avremmo goduto dei suoi ritmi, delle sue innovazioni, delle sue sperimentazioni, dei suoi capolavori ancora per molto.
La sua morte rappresenta un'enorme perdita non solo per i fan, ma per tutti coloro che amano l’ampiezza della sua immaginazione sonora, per le acustiche espresse in ogni singolo brano, per le preziose tinte e infinite sfumature delle note, per tutto quello che il suo genio ha saputo esprimere nel corso di una carriera irripetibile.
Tutto questo ci dice che Prince, il "Genius of Minneapolis" rimarrà per sempre una delle icone assolute nel panorama musicale mondiale per l’inesauribile creatività, l’originalità e libertà artistica della musica pop, fusion, soul e R&B, per il suo talento multiforme, il suo pensiero ribelle e il suo approccio rivoluzionario all'arte della musica e della canzone.
NtlNico
- Blog di ntlnico
- letto 855 volte
Aggiungi un commento