Tu sei qui

Essere e Appartenere

Ritratto di Rosa Buonanno
Inviato da Rosa Buonanno il Mer, 03/12/2014 - 14:59
Essere e Appartenere

Sono di Napoli e me ne vanto!
Questa affermazione è il fulcro e la sintesi di una riflessione fatta sul mio senso di appartenenza a questa citta e sul peso che essa ha avuto sul mio pensiero e sulle mie azioni. Eppure qualcuno, a sentire dire “sono single, sono donna, sono di Napoli” potrebbe affermare “Ehhh… mamma mia… stai messa proprio male!” e ciò in virtù del fatto che tali dati anagrafici sono spesso considerati come un tatuaggio sociale da cui può derivare solo imbarazzo e vergogna. Eppure a me, questo tatuaggio, piace e anzi, vi dirò di più, lo ostento molto fiera.
Non è per libertinaggio, femminismo o campanilismo che rivendico questi miei “connotati” distintivi ma perché essi danno un valore aggiunto a quello che sono.
Ai primi due tratti del mio “sfortunato” profilo potrei, volendo, porre un rimedio. La singletudine, con un po’ di impegno, è status affettivo che può essere modificato: basterebbe dare spazio alle solerti conoscenti che cercano di appiopparti qualsiasi uomo libero del loro parentato e vicinato prossimo e lontano. Anche il sesso, per chi vuole, può essere cambiato: basterebbe avere abbastanza soldi per pagare l’intervento in una clinica all’avanguardia nelle tecniche chirurgiche di cui si necessita per il cambio. Quello che non riuscirei mai a modificare, anche se volessi, è il mio codice genetico partenopeo.
Per codice genetico partenopeo intendo quella eredità formativa, affettiva, caratteriale, filosofica, sociale e culturale che da tempi lontani si è andata ad accumulare fino diventare il tesoretto che è arrivato ai napoletani del ventunesimo secolo. Ognuno, ovviamente, utilizza il lascito in modo diverso, ma di fondo, noi che siamo abituati a vedere il Vesuvio sullo sfondo della nostra esistenza, possiamo considerarci tutti “impastati” con lo stesso lievito madre. La mia non vuole essere una generalizzazione o stereotipizzazione della “razza” napoletana né un’apologia di essa. Viviamo quotidianamente sulla nostra pelle le mille criticità di Napoli per decantarne le lodi e, allo stesso tempo, affibbiare ai napoletani un unico sommario modo di essere, significa ingabbiarli in una regola in cui è impossibile tenerli perché i napoletani, si sa, sono più propensi all’eccezione che alla regola.
La mia, come già espresso, è una riflessione personale, e perciò parziale, sull’influenza e il peso che la città ha sul modo d’essere e pensare dei suoi abitanti.
Napoli ha ospitato nel corso della sua antichissima storia Greci, Romani, Bizantini, Saraceni, Svevi, Normanni, Angioini, Borboni, solo per citarne qualcuno, ed io non credo che questi popoli non abbiano lasciato qualcosa della loro cultura, del loro stile di vita e di pensiero nei cromosomi, nelle mura, nelle stratificazioni del suolo, nel karma della città.
Questo composito karma fa si che in noi ci sia tutto e il contrario di tutto: siamo buoni e cattivi, santi e diavoli, vittime e carnefici, bigotti e trasgressivi, morali e amorali, fumo e arrosto, pizza e caviale, destra e sinistra, estremi e convergenti, neomelodici e rocchettari, artisti e sbruffoni, mammoni e ribelli, fatalisti e attivisti, rassegnati e combattenti, guardie e ladri, sentimentali e razionali, pessimisti e euforici, creativi e distruttivi, emotivi e cinici. Ciò che sintetizza meglio questa coesistenza di opposti è l’emblema del Tao cinese che, con le due parti di cui è composto, la nera e la bianca (yin e yang), simboli degli elementi femminile e maschile, del male e del bene, della notte e del giorno, è la perfetta rappresentazione della bellezza e compiutezza degli opposti, della diversità e della varietà. Con tutte le sfumature esistenti tra un polo e l’altro del nostro modo di essere, possiamo dire di avere quella completezza e adattabilità che ci consente di avere sempre una soluzione, magari non proprio convenzionale (e purtroppo qualche volta neanche legale) ma comunque in grado di non farci sopraffare dagli eventi e, quando ormai siamo al tappeto, con l’arbitro che è arrivato a contare fino al nove, troviamo quel minimo di energia per rialzarci e, come nei film di Rocky, qualche volta ci capita anche di ribaltare la situazione e vincere.
Io credo che questa energia ce la trasmetta la nostra città. Se pensate che Napoli, tra il diciassettesimo e diciottesimo secolo, era una delle mete predilette dai giovani nordeuropei ricchi, per completare la loro formazione culturale e avere quell’iniziazione sentimentale essenziale al saper vivere, avrete la misura del peso e del carattere di questa città e di come essa riesca a esercitare su chi la vive, una forza tale da non poter evitare di considerarla una parte predominante della propria vita… praticamente una madre. Madre invadente e impegnativa dalla quale spesso si fugge ma a cui, presto o tardi, si ritorna.
La mia considerazione personale è che quella che sono io, nel bene e nel male, lo sono perché sono nata e cresciuta a Napoli. Non so come sarei stata se fossi nata in un altro luogo, però so che, in qualsiasi altro posto fossi nata, non avrei sentito quel senso di appartenenza e di radicamento che sento con la mia città.
Chiudo sottolineando quanto scritto all’inizio di questo mio intervento: sono di Napoli e me ne vanto!
…E ho detto tutto

Commenti

Complimenti per tutti i tuoi pensieri, idee, passioni, per il tuo senso puro di appartenenza alla nostra Terra, per la tua napoletanetà, anche io sn un fierissimo e orgogliosissimo napoletano,da due anni per occasioni di vita,vivo a Milano "é nun sia mai che nn capiscono che io sia napoletano guai, l'accento s adda sentí" per me è un identità, se dovessi "nun sia mai" perdere, io non avrei più l'dententità,

Aggiungi un commento

Plain text

  • Elementi HTML permessi: <a> <em> <strong> <cite> <blockquote> <code> <ul> <ol> <li> <dl> <dt> <dd>
  • Nessun tag HTML consentito.
  • Indirizzi web o e-mail vengono trasformati in link automaticamente
  • Linee e paragrafi vanno a capo automaticamente.
CAPTCHA
Il codice CAPTCHA si utilizza per determinare se si è di fronte a un essere umano o a una macchina, si usa per evitare fastidiosi messaggi di spam pubblicitari, grazie per questo piccolo passaggio supplementare. :)
Image CAPTCHA
Enter the characters shown in the image.