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Cronaca di VITA dei tempi odierni: come raccontarla in futuro?

Ritratto di ntlnico
Inviato da ntlnico il Mar, 15/02/2022 - 13:44
Cronaca di VITA dei tempi odierni: come raccontarla in futuro?

Come spiegare fra 5 anni ai ragazzini che ora ne hanno tredici, che noi adulti abbiamo permesso a un lasciapassare verde, di inibirgli le normali attività da adolescenti come fare sport, spostarsi con i mezzi pubblici, andare dal barbiere, entrare in un negozio o fare semplicemente colazione al bar?

Potremo raccontargli che l’urgenza dovuta alla pandemia ci ha indotti a cedere la podestà genitoriale per un provvedimento di sicurezza “sanitaria”.
Raccontando questo però, dovremmo ammettere la nostra “miopia” nel non riconoscere che il provvedimento di “sicurezza sanitaria” di sanitario aveva ben poco, a guardare i dati che ci dicevano quanto fosse più facile ammalarsi da sani con il siero inoculato, che della malattia vera e propria.

Dovremo raccontargli anche di come noi adulti, seguendo una pseudo scienza spammata ininterrottamente dal mainstream, abbiamo ceduto ad essa, probabilmente per sfinimento, senza aver dato ascolto ad altre voci di scienziati più autorevoli di quelli che sono stati onnipresenti sugli schermi e nelle radio.

Dovremmo ammettere che abbiamo accettato, indifferenti, che nel nostro paese venisse sistematicamente effettuata su FB, una censura occulta, per mano di una società chiamata “Open”.
Una società con a capo Enrico Mentana, il quale, in nome di una garanzia contro le “fake”, bannava coloro che esprimevano dissenso al mainstream, discreditava virologi premi Nobel e “silenziava” giornalisti coraggiosi che cercavano di fare controinformazione, pubblicando notizie e versioni diverse da quelle ufficiali.
Va da sé che poco ci siamo interessati al paradosso che “Open” potesse diffondere fake, senza che nessuno la controllasse.

Dovremmo ammettere che, malgrado nel mondo la verità cominciava a sfaldare le menzogne, le incoerenze, le inadeguatezze e gli interessi di pochi, non abbiamo fatto niente per i tredicenni di cui sopra, che cominciavano a confrontarsi in maniera più autonoma, con le mille possibilità di socialità che la vita offre alla loro età.
Come spiegare loro che il paese, per mano della sua classe politica, stava tradendo tutti, che stava testando quanto potere si potesse esercitare attraverso la politica dei decreti, per limitare le libertà essenziali, per discriminare e isolare chi si opponeva, di affievolirne lo spirito accusandolo di irresponsabilità, di essere complottista, di essere un negazionista.

Come spiegare loro che, a due anni dall’inizio della pandemia, pur arrivando alla piena consapevolezza di quanto succedeva, non siamo riusciti a trasmettere, a far emergere che lo scontro non era tra due tesi scientifiche contrapposte, o tra diverse interpretazioni dei dati.
La questione era “leggere” quanto la scienza non politicizzata scriveva a lettere capitali: ci stavano raccontando delle inesattezze da mesi, che la scienza non aveva niente a che fare con provvedimenti di natura politica decisi a braccio da un governo con “dentro tutti”, senza un’opposizione reale.

Forse ci siamo aggrappati all’idea che era per il nostro bene, per il bene del gregge da proteggere.
Quando i dati hanno dimostrato il contrario però, mentre tanti stati esteri si allineavano alla realtà rivedendo le loro posizioni, l’Italia ha continuato a perseverare con la sua politica restrittiva, bugiarda, del terrore.
L’Italia ha perseverato ignorando persino la bocciatura del consiglio europeo, che ha esortato gli stati a “informare i cittadini che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole e a garantire che nessuno sarà discriminato se non vaccinato”.

Nel nostro paese, soprattutto dall’avvento di Draghi, si sono aperte le porte alla tempesta perfetta, dove il potere può operare senza impedimenti, scavalcando la costituzione stessa e la volontà del popolo.

Nel nostro paese si è fatta passare l’idea che il "green pass" sia un privilegio da esibire, mentre, nella realtà, è una limitazione alle libertà fondamentali di tutti, a prescindere se lo si possegga o meno...

Comunque, la preoccupazione principale da focalizzare è se fra 5 anni, una volta maggiorenni, i tredicenni di oggi, ci chiederanno conto del nostro delegare, del nostro non agire.

Magari saranno troppo assuefatti, troppo integrati nel sistema da non discernere che quel sistema ha appesantito le loro ali per impedirgli di volare in autonomia.

Le manifestazioni dei No G.P., le azioni intentate dinanzi ai giudici nazionali e internazionali, oscurate o minimizzate dal nostro mainstream,
sono la speranza che possiamo ancora passare gli "anticorpi ribelli" ai nostri giovani, affinché nel loro futuro,
riconoscano e lottino da subito le minacce alle libertà individuali.

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