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FIAT LUX

Ritratto di Gianluca Gentili
Inviato da Gianluca Gentili il Mar, 04/11/2014 - 00:43
fiat lux

Quella lampadina sulla specchiera in bagno era fulminata da tempo. L'emporio cinese sotto casa, che vendeva dalla racchetta elettrica antizanzara alla confezione di cannelloni surgelati, ne era sprovvisto e tu, un po per pigrizia e un po per disinteresse non ti eri mai preoccupato di andare ad acquistarla al mega magazzino del bricolage sulla tangenziale. Dopo una domenica all'IKEA però, dove tua moglie ti aveva trascinato contro la tua volontà, ti ritrovavi in mano quella lampadina tanto rara, al LED con l'attacco G10. Quell'immenso "scatolone" di cemento e lamiera blu con l'enorme scritta gialla aveva, ancora una volta, risposto alle tue esigenze. Non importa se quella domenica non avevi nulla da acquistare, sei stato trascinato nel caos di quel paradiso del pacco piatto, dove migliaia di persone si affannano ad acquistare oggetti, spesso inutili, e mobili di ogni tipo. L'uscita senza acquisti non è contemplata, è stretta e posta defilata all'estremità dell'immenso spazio dove troneggiano diciotto casse con altrettante operatrici sorridenti. Uscire da li senza nulla in mano, desta sempre i sospetti del vigilante che ti scruta con occhio esperto e con la precisione di uno scanner aeroportuale. Ma tu quel giorno qualcosa l'avevi acquistata, un cavatappi con manico ottonato, due sottopentola in sughero, delle utilissime presine a pois a forma di rana e la tanto desiderata lampadina a led per la tua specchiera del bagno. Con i led si risparmia, ti eri detto, e quindi nella borsa blu avevi riposto ben due lampadine da 600 lumen. Arrivi a casa e sostituisci la lampadina nella specchiera del bagno, la provi premendo l'interruttore e ti senti gratificato dal quel bagno di quatto metri quadrati illuminato come Times Square a capodanno. Spegni e ti siedi in poltrona per goderti il meritato riposo dopo questo faticosissimo lavoro di bricolage. Mentri sorseggi un caffè pensi che la mattina seguente di saresti rasato sotto la nuova luce brillante, evitando di procurati i soliti tagli multipli tragicamente tamponati con pezzi di carta igienica bagnata.

Suona la sveglia, prendi coscienza di chi sei e delle tue coordinate su questa terra, ti infili le ciabatte, sempre quelle marroni in similpelle leggermente scrostate, e ti dirigi verso il bagno per farti la barba. A differenza delle altre mattine, il tuo premere l'interruttore della specchiera ti regala un inizio di giornata luminosissimo. Era ora, ti ripeti, mentre ti cominci a guardare allo specchio. L'immagine riflessa, complice la luce bianca e intensa, presenta un dettaglio da Full HD. Noti particolari che la precedente lampadina a basso wattaggio ti aveva sempre nascosto. Tra i peli della barba scuri, fanno capolino altri bianco argento... anzi per dirla tutta quelli scuri sono quasi una minoranza sparuta. Non può essere ti ripeti, e lo sguardo va di scatto verso i capelli. Stessa diagnosi, alcuni capelli bianchi brillano davanti alla potenza dei 600 lumen dell'impietosa lampadina svedese. Ti senti smarrito, ma in pochi secondi metti insieme tutti gli indizi : stai invecchiando, a tua insaputa.

"Non è possibile, non sta capitando proprio a me" e ciò che ti chiedi ripetutamente. Un paio di mesi fa eri stato anche dall'oculista che ti aveva prescritto le lenti per gli "occhiali da riposo". Avevi anche acquistato, per far contenta tua moglie, questi occhialetti magici che trasformavano quelle scritte dai caratteri cuneiformi in frasi in italiano di senso compiuto. Ma tu per rigetto non li avevi mai portati con te, anche se tornavi dall'ufficio con delle forti emicranie ed eri costretto a leggere qualsiasi documento tenendolo a un metro di distanza. Hai solo 45 anni, ma fino a qualche tempo fa consideravi una donna della tua età, come una signora quasi attempata, e quel brizzolato che stava inesorabilmente prendendo possesso della tua produzione pilifera, stava certificando il tuo declino ormai prossimo. Ti radi sconsolato, senza canticchiare il solito motivetto però, lo fai in silenzio e con un'espressione accigliata. Cerchi un contropelo estremo per sdradicare alla radice i peli argentei che ti stanno rovinando giornata e morale ottenendo, sulle guance, la pelle liscia come la chiappa di un neonato. Doccia al volo e ti inizi a vestire. Al lavoro non sei a contatto con il pubblico e quindi non è richiesto l'abito e la cravatta. Spesso, molto spesso, ti presenti in abbigliamento casual. Quel paio di jeans e quella t-shirt dell'Hollister, che solitamente indossi con estrema naturalezza, questa mattina ti sembrano quasi fuori luogo. Ti chiedi se sia il modo più appropiato di vestirsi per un uomo della tua età, e te lo chiedi mentre calzi le Nike dello stesso modello del figlio quindicenne della vicina. Si, è vero, le sue sono arancioni con finiture giallo acido riflettente mentre le tue sono nere e bianche, e allora cerchi di convincerti che sono sobrie e appropriate.

Ti arriva una notifica, è il tuo amico Sandro che su Whatsapp ti "convoca" per la consueta partita di calcetto del venerdì. Giochi da sempre, magari con scarsi risultati sotto il profilo tecnico, ma si sa che in una squadra servono anche quelli "tosti", quelli "fiato e palle" come sei tu e, dopotutto, il tuo destro non è proprio da buttare. Nella mattina dedicata all'autoanalisi però, cominci a scorrere mentalmente le tue ultime prestazioni ai limiti della sufficienza, fatte di fiato grosso, mani sui fianchi per larghi tratti dell'incontro e falli alla Montero su alcuni veloci avversari colpevoli di avere poco più di vent'anni. La settimana scorsa, un irriverente ventenne con due peli di barba sul viso, ti ha anche fatto un tunnel e tu non hai resistito. Lo hai abbattuto con la stessa velocità di un colpo di contraerea contro il missile nemico. Tutti intorno a sincerarsi delle condizioni del giovane dolorante e tu a cercare, senza vergogna, di giustificarti giurando di non averlo toccato. Ti incazzi spesso con Sandro, l'organizzatore, per questa colonia di ventenni che continua a portare alle partite. Potrebbero essere figli tuoi quei veloci ragazzotti che dribblano qualsiasi cosa gli capiti davanti. Ma lo sai che Sandro non ha scelta. I tuoi coetanei, una volta compagni di gioco, hanno appeso quasi tutti gli scarpini al chiodo, dichiarando la propria resa dopo anni di sfinimento subito ad opera delle rispettive consorti. Oggi hanno la pancia e trascorrono le serate in poltrona gustandosi, in compagnia dei figli, l'ultimo episodio dei Cesaroni. Gli altri, quelli che come te che anche in pieno inverno affronterebbero la pioggia e il freddo per correre dietro ad un pallone, sono tutti convalescenti, colpiti da svariate sintomatologie ossee tra ginocchia doloranti, infiammazioni inguinali, sciatalgie e colpi della strega. Ci sei rimasto tu, e lo sai che non smetterai mai, perchè appendere gli scarpini al chiodo significherebbe darla vinta a quella carta d'identità con quel 1970 impresso sull'anno di nascita, e allora ti trascini per il campo cercando momenti di pura intensità gentilmente offerti dalle pasticche energetiche acquistate in quantità industriale da Decathlon. Rispondi al messaggio su Whatsapp con la consueta iconcina, una mano che mostra un OK. Solo al pensiero di venerdì prossimo già ti fanno male le ginocchia.

Ti allacci l'altra scarpa e ti alzi, procedi verso lo specchio a figura intera dell'armadio. Ti guardi e nonostante già ti eri immaginato a lanciare molliche di pane indurito ai piccioni nel parco, magari indossando un cappello di paglia in testa, vedi un bel ragazzotto ultraquarantenne e un rigurgito di orgoglio si fa strada nel fiume del pessimismo. Meno male, non sei da buttare ti ripeti, e fino a ieri tutte queste considerazioni sul tempo che passa, non le avevi mai fatte. Indossi il tuo giaccone giovanile della Diesel e prendi la borsa con il notebook aziendale, ma prima di andare verso la porta ti dirigi in bagno. Cerchi di svitare la lampadina crudele dalla specchiera, ma "inavvertitamente" perdi la presa e quel piccolo globo tecnologico cade in terra frantumandosi in mille pezzi. Peccato, domani ti dovrai radere quasi alla cieca, e come accadeva fino a ieri, ti procurerai tagli vari sparsi per il viso. Poco male pensi, mentre raccogli i resti della lampadina sparsi per il pavimento, le ferite nel viso le reggi benissimo, quelle nel tuo ego un po meno....